Il progetto “Firmoza che accoglie”

Il progetto “ Firmoza che accoglie” è la punta di diamante dei progetti.

Nel corso del tempo sono stati svolti diversi tirocini in media uno ogni nucleo familiare ospitato e ove è stato possibile il tirocinio è stato effettuato da entrambi i coniugi per offrire maggiori possibilità di inserimento sul territorio ove non è stato possibile si sono cercate forme alternative di formazione specialmente conseguimento di patenti B e C. in almeno un caso il tirocinio si è in un contratto di lavoro a tempo determinato che ha permesso a una famiglia il pieno inserimento nel territorio del comune e nel tessuto della società . Nella maggioranza dei casi il tirocinio ha avuto comunque esito positivo e solo per via di progetti migratori che non contemplavano la permanenza nel territorio regionale non si è concretizzato in un contratto di lavoro.

Per attivare i tirocini e i corsi di scuola guida sono stati usati sia i fondi Sprar che quelli del finanziamento regionale. Con gli stessi fondi inoltre è stato effettuato un corso di sicurezza sul lavoro. Per i minori è stato previsto l’ inserimento scolastico che è stato nella totalità dei casi eccellente con grado ottimo di integrazione grazie anche a vari progetti svolti dall’ associazione in collaborazione dell’ istituto omnicomprensivo “ Ernest koliqi” di Frascineto. Non ultimo la realizzazione di un corto presentato al Trento film festival, sezione dell’uisp Montagna ambiente energia, dal titolo tracce d’ oriente. La collaborazione con la locale scuola si può annoverare tra le buone prassi visto che è stato previsto un protocollo di intesa e una dichiarazione d’ intesa che va oltre il singolo progetto ma prefigura una collaborazione ad ampio raggio con l’ istituto, in quest’ ottica è stato attivato il doposcuola settimanale e il laboratorio didattico artistico del sabato. La collaborazione dei nostri operatori con quelli di altri progetti, specialmente la Kasbah, ha permesso di risolvere diverse criticità in ambito sanitario, facilitando l’ accesso alle strutture specialistiche; nel contempo anche le strutture sanitarie presenti sul territorio sono state disponibili a una collaborazione ampia in un caso almeno dove si è dovuto fronteggiare la presenza di un vulnerabile all’interno di una famiglia armena la disponibilità del centro “Don Milani” ci ha permesso di affrontare l’ emergenza senza costi aggiuntivi per il progetto.

Le criticità maggiori si sono riscontrate soprattutto nei trasporti locali, ci si è infatti trovati a dovere sopperire alla progressiva riduzione delle tratte dei trasporti pubblici soprattutto verso Cosenza e Castrovillari. Carenza di tratte comunque sopperita dalla buona volontà e dalla disponibilità degli operatori. Nel complesso in questi anni di attività sono state ospitate 6 famiglie di cui una totalmente inserita nel territorio due rientri volontari assistiti un allontanamento e un inserimento in territoro extraregionale, sono tuttora ospitate n. 4 famiglie di cui è prevista l’attivazione di 5 tirocini formativi a breve sono state assegnate al progetto altre 2 famiglie una in sostituzione della famiglia appena uscita dal progetto e una in occasione dell’ultimo allargamento. L’ associazione ha comunque ospitato una famiglia in seno al progetto Nord Africa, a cui sono state garantite tutte le prestazione tipiche dei progetti Sprar.